Questo articolo si riallaccia ad uno procedente che si intitola “E dopo la Laurea?“.
Parliamo del colloquio di lavoro nudo e crudo. Qualunque sia la nostra professione siamo nella situazione in cui occorre presentarci e farci valere.
Intanto occorre fare una premessa: se siamo chiamati a seguito di un invio del proprio Curriculum Vitae, ricordate che siamo stati scelti tra diversi candidati, quindi il nostro profilo ha suscitato un maggiore interesse rispetto ad altri. A questo punto ci troviamo nella situazione in cui non siete più voi che chiedete di essere valutati, ma è il nuovo ente di lavoro che vi sta cercando, questo deve darvi una maggiore sicurezza in voi stessi e nelle vostre capacità che avete scritto sul proprio Curriculum Vitae (a meno che non abbiate scritto delle vere e proprie baggianate ).
Un colloquio di lavoro si potrebbe dividere nelle seguenti fasi (non necessariamente nella stessa giornata ovviamente):
Colloquio conoscitivo
Questa è la prima fase, si tratta di un cappello introduttivo sulla propria persona e sull’azienda. Ci si presenta reciprocamente. Si spiegano i progetti ai quali uno ha partecipato e i vari ruoli ricoperti evidenziando le proprie capacità (tecniche e/o personali);
Colloquio tecnico
In questa il candidato viene bombardato di domande per conoscere tecnicamente che cosa sa effettivamente e come approccia quando viene messo di fronte a situazioni che non si conoscono.
Proposta di lavoro
Ci troviamo nella situazione in cui abbiamo superato (anche con grande successo) le fasi precedenti. Siamo giunti quindi al punto che riguarda la proposta di lavoro e qui ci sono delle situazioni molto particolari per le quali occorre un occhio di riguardo.
Uno dei principali errori che si commette è la presentazione di uno stipendio sia da parte del nuovo datore di lavoro che da parte del candidato. Il “trucco” è nel ragionare in termini di R.A.L. (Reddito Annuo Lordo o semplicemente Retribuzione) e non in termini di mensilità.
Cosa accade nei due casi?
Diciamo di chiedere 1.500 euro/mese per il nostro lavoro.
Potremmo essere felicissimi, ma non stiamo parlando nè di lordo nè di netto (non è specificato o sottinteso). Chiediamo uno stipendio di 1.500 euro/mese e il nostro futuro datore di lavoro potrebbe fare un calcolo del genere:
1.500 euro x 12 mesi = 18.000 euro/anno => stipulo un contratto di 18.000 euro /anno , quindi un contratto che ha una R.A.L. di 18.000 euro
E’ ovvio che nella situazione descritta il dipendente non avrà 1500 euro/mese, in quanto abbiamo anche la 13ma ed eventualmente la 14ma che vanno ad influire sulla divisione della R.A.L. nelle varie mensilità.
Diciamo, invece, di chiedere una R.A.L. e quindi una Retribuzione Annua Lorda di 25.000 euro/anno.
In funzione del tipo di contratto che stipuleremo, percepiremo una cifra diversa ogni mese. Se ad esempio firmassimo un contratto che prevede 14 mensilità percepiremo uno stipendio di circa 1.200 euro/mese (netti), con uno stipendio che, invece, prevede 13 mensilità percepiremo uno stipendi di circa 1.300 euro/mese (netti).
Queste cifre sono indicative e sono state calcolate con uno strumento online che si chiama Calcolo Stipendio Netto, ma è utile per avere un’idea sulla propria Retribuzione.
Conclusione
Ci siamo presentati, ci siamo fatti valere, siamo al 90% della nostra missione, ovvero avere un lavoro. All’ultimo potremmo rimanere delusi per lo stipendio, perché noi intendevamo una cifra e il mondo del lavoro parla un’altra lingua.
Se il nostro futuro datore di lavoro continuasse a chiedere:
Si, ma quanto vuoi al mese?
L’unica risposta plausibile sarebbe
Ma quale contratto hai in mente? Quante mensilità? Io vengo a lavorare per te in funzione della R.A.L. che ho indicato, per sapere quanto sarà al mese basterà fare i conti